Cum grano salis
Il Palazzo delle Esposizioni di Faenza ospita fino al 6 aprile un nuovo progetto di Maria Chiara Zarabini: Cum grano salis. La mostra inaugura il 16 marzo, alle ore 19.00.
La mostra è patrocinata anche dalla nostra associazione. Cum grano salis è un progetto complesso e articolato, che ha impegnato la Zarabini in una lunga fase di progettazione e di realizzazione. Una mostra ricca di spunti di riflessione arricchita da una serie di incontri a tema. "Non un lavoro qualsiasi: direi piuttosto un importante punto di approdo; quasi una summa di anni di ricerca, di studio, di elaborazione ed espressione di concetti spesso non semplici, sempre profondamente sentiti, approfonditi, motivati, metabolizzati", scrive Simona Bartolena nel catalogo (nel quale è presente anche un saggio di Serena Donigaglia Digiacomo), "Lunga, e forse non ancora del tutto spianata, è la strada dell’arte delle donne. Profondo il loro sguardo, complesse le loro chiavi di espressione e di lettura. Parte da sé per arrivare al tutto. Le donne non sono creature astoriche: semplicemente percepiscono la Storia diversamente".
"Un corpo che si fonde nella natura, che penetra nella terra, che se ne lascia avviluppare. Un corpo femminile nudo ma non erotico. Un corpo che tende al sublime, che si offre alla natura e al suo ciclo vitale ma che non smarrisce (né vuole smarrire), pur nella frammentazione con cui è presentato, la propria concretezza, la propria fisicità, perfino la propria identità. Un’identità che si esprime e si definisce proprio nella relazione con la Terra. Non una Terra qualsiasi. È la propria Terra d’origine: le colline, i campi, i boschi che hanno accompagnato l’esistenza di Chiara Zarabini e che ora accolgono il suo corpo, in un abbraccio confortante. Non sono fiamme di distruzione quelle che ne bruciano le membra: non c’è da averne paura. Come una creatura dei boschi l’artista si accovaccia su una foglia, trova riparo dai dolori della vita in quella calda e rassicurante alcova naturale. Cum grano salis è il racconto di una rigenerazione possibile; uno sguardo sull’incantevole forza della Natura che tutto travolge, che crea e distrugge, che dona e toglie la vita; un omaggio al corpo della donna – tanto spesso ferito, frainteso, oltraggiato – come divino luogo di creazione e generazione. Un corpo che si fa anfora, contenitore di vita" (...) "La conoscenza, la lettura, la preparazione teorica costituiscono per Chiara un passaggio indispensabile nella costruzione di un nuovo progetto; all’idea fondante, alla visione generale del lavoro – nate da un impulso creativo istintivo e dall’esperienza personale – segue sempre, infatti, un periodo di approfondimento, di elaborazione, di messa a fuoco del tema, mediante letture selezionate e ricerche specifiche. Con grande intelligenza, l’artista si apre anche al dialogo con altri: cerca lo scambio di idee, si relazione con studiosi, con letterati, con chi, in generale, potrebbe offrirle nuovi punti di vista. Dopo questa fase di gestazione, la Zarabini si riappropria dell’opera, rielabora tutte le suggestioni raccolte, le fa proprie e le reinterpreta con un linguaggio inequivocabilmente suo, personale e riconoscibile, filtrandole attraverso il proprio vissuto, il proprio sguardo, la propria vocazione artistica" (...) "Complesso e ricco di sfumature, Cum grano salis sembra voler far convergere in sé tutti i linguaggi e i temi affrontati da Chiara nella sua lunga e coerente vicenda artistica: la scultura, la performance, la poesia, il video, la fotografia, il corpo, la vicenda privata e la riflessione universale, il ricordo e la memoria, la tensione spirituale e l’impegno sociale; il tutto espresso con l’eleganza (forse neppure cercata, ma del tutto connaturata all’istinto creativo dell’artista) che nell’opera di Maria Chiara Zarabini non si smarrisce mai: un senso dell’armonia delle parti e dell’equilibrio che agevola la fruizione e seduce e appaga lo sguardo.
Una conferma, dunque. La conferma di una personalità artistica interessante, seria e talentuosa. Un lavoro importante che probabilmente chiuderà un ciclo; un punto di approdo da cui ripartire subito, ci auguriamo, per nuovi viaggi".