L'ossessione della normalità.
de Pisis, Tancredi, Zinelli, Fraquelli
L’ossessione della normalità
28 novembre_21 dicembre 2014
heart – SPAZIO VIVO
via Manin 2, angolo via Trezzo, Vimercate, Mb
inaugurazione il 28 novembre, ore 21.00
Un progetto di heart – PULSAZIONI CULTURALI
A cura di: Simona Bartolena e Giuseppe Brivio
Follia: un termine frequentato e, purtroppo, spesso abusato anche nella critica d’arte. Di artisti definiti matti, chiusi in manicomio, studiati per i loro disturbi psichici (e talvolta creduti interessanti proprio perché osservati da quest’ottica particolare) se ne contano a centinaia nella storia dell’arte; un motivo ricorrente – quasi un luogo comune, direi – che ha finito con il perdere di vista il vero nocciolo della questione: la portata della lezione, la forza espressiva, la personalità di uomini che innanzi tutto erano artisti, talvolta artisti straordinari.
La nostra mostra vuole evitare il comune percorso che identifica come "folli" alcuni nomi della storia dell’arte, sfuggire anche alle maglie dell’Art Brut, definizione che, peraltro, apre a lidi ancora più distanti. In occasione della permanenza al MUST, Museo del Territorio di Vimercate, di alcune opere di Antonio Ligabue (il "pazzo" per eccellenza della pittura italiana), heart propone un progetto che ripensa il concetto di follia e il suo legame con la creatività artistica da un punto di vista diverso. Quale artista non è folle? Quale sognatore non lo è? E poi cos’è la follia se non il nome che la "mediocrità del quotidiano" attribuisce a ciò che sfugge alla sua comprensione? Quella per la normalità è un’ossessione che genera una fobia: il terrore del diverso o, semplicemente, di chi nega gli schemi e vola un po’ più in là.
Ma la questione che merita di essere approfondita è anche un’altra, e altrettanto complessa. Ci sono artisti che hanno passato periodi (anche lunghi) della loro vita in strutture specializzate nelle cure psichiatriche. Quanto conta questo dettaglio biografico nella lettura del loro lavoro? Quanto la loro ricerca può e deve essere letta alla luce di questa permanenza? Nella grande storia dell’arte il pensiero corre a Van Gogh, troppo spesso raccontato come il "folle che dipinge", oggi finalmente ritrovato come artista dalla sconvolgente lucidità, dalla straordinaria preparazione tecnica grande artista al di là di qualsiasi definizione, soprattutto lontanissimo dall’immagine del matto che dipinge d’istinto, gettando coloro sulla tela, seguendo la sola logica della sua pazzia, che in passato qualcuno ha voluto cucirgli addosso.
Per la nostra riflessione abbiamo scelto quattro artisti tra loro molto distanti: Filippo de Pisis, Tancredi Parmeggiani, Carlo Zinelli e Edoardo Fraquelli. Quattro storie, quattro personalità ben distinte; ad accomunarli è proprio la loro presunta "diversità", l’essere stati giudicati in virtù di comportamenti ritenuti fuori dal normale, fino a essere internati in strutture specializzate per la cura di patologie psichiche. Qual è il rapporto tra la produzione pittorica di questi grandi artisti e la loro cosiddetta follia? Quanto ha influito sulla loro creatività questa diversa percezione delle cose che ha finito con il farli considerare psichicamente instabili?
A parlare di loro – del loro talento e della loro straordinaria personalità artistica – sono innanzi tutto le opere. E sarà proprio attraverso i loro lavori che la nostra mostra racconterà come la diversità, la complessità di pensiero e una spiccata sensibilità siano condizioni che appartengono al senso più profondo del fare arte.
Simona Bartolena
(Curatrice della mostra e presidente di heart – PULSAZIONI CULTURALI)
L’ossessione della normalità
28 novembre_21 dicembre 2014
heart – SPAZIO VIVO
via Manin 2, angolo via Trezzo, Vimercate, Mb
orari di apertura:
sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
e in occasione degli eventi in calendario