Visivi è una mostra che fa dello sguardo, della visione e della percezione il punto focale, per ripercorrere il percorso creativo e concettuale di questi due artisti straordinari. In mostra sono esposte più di quaranta opere che ben rappresentano le principali tappe evolutive della produzione dei due artisti, alcune molto rare.
Catalogo in mostra con testi di:
Simona Bartolena
Luigi Erba
Flaminio Gualdoni
Cenni biografici
Dadamaino
Emilia Maino nasce a Milano il 2 ottobre 1930, figlia unica di Giovanni Maino ed Erina Saporiti. Negli anni Cinquanta comincia a frequentare il quartiere di Brera, allor vivacissimo, muovendo i primi passi nell’arte. Nel 1956 partecipa alle sue prime mostre, con opere di matrice informale; si fa chiamare Eduarda, ma per tutti è Dada. Fondamentale è l’incontro con Piero Manzoni, che le presenta Lucio Fontana. Dada comincia così a relazionarsi con un’arte diversa da quella da lei conosciuta fino ad allora: una rivelazione che la spingerà a sperimentare nuove tecniche. Nel 1959 espone a una collettiva di donne artiste presso la Galleria Brera: in catalogo viene pubblicata un’opera informale, ma lei espone anche i suoi Volumi, tele con grandi squarci ovoidali. Lo stesso anno si lega al gruppo di Azimuth, instaurando rapporti con alcuni gruppi internazionali d’avanguardia, come i gruppi Zero, Nul e Motus. Nel 1961, in occasione di una mostra in Olanda, decide di firmarsi Dadamaino. Negli anni successivi aderisce al Gruppo Milano 61, con Manzoni, Castellani e Bonalumi (in occasione dell’XII Premio Lissone) e a Nuova Tendenza. Intanto la sua ricerca sulla percezione visiva progredisce dai Volumi ai Volumi a moduli sfasati, agli Oggetti ottico dinamici e, più tardi, alla serie della Ricerca del colore, delle False prospettive e dei Cromorilievi. Segue poi un periodo legato all’uso del segno, negli anni di maggior coinvolgimento dell’artista nelle contestazioni politiche della fine degli anni Sessanta. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia, con una sala personale. Negli anni successivi si succedono mostre in tutto il mondo, l’ultima delle quali è la grande antologica che le dedica il Museo di Bochum nel 2000. L’artista morirà nel 2003, dopo un periodo di malattia.
Secomandi
Gianni Secomandi nasce a Vercurago nel 1926. Si forma all’Accademia Carrara di Bergamo, dove è allievo di Achille Funi, che lo indirizza a una pittura figurativa classica. Alla fine degli anni Cinquanta si avvicina ad altre forme espressive, passando da opere di clima informale a lavori fortemente sperimentali, come la serie degli Oggetti che ribattono la luce, delle Fumate con specchio e degli Oscillogrammi. Il ruolo della materia e l’interesse per il cosmo cominciano a emergere già da queste ricerche, per dichiararsi in modo esplicito in occasione della mostra alla Galleria Cadario di Roma, nel 1968, quando espone le Idee Stellari. L’intuizione del concetto cosmico non uscirà più dalla sua ricerca, mutando con sottili variazioni nelle serie successive: dai Campi Stellari fino alle Vibrazioni dell’Etere. Sono opere in cui il segno e lo studio del colore come analisi dello spettro solare, oltre che la materia, diventano fondamentali. Secomandi muore prematuramente nel 1982.
Visivi _ Dadamaino. Secomandi
27 settembre – 22 novembre 2015
heart – SPAZIO VIVO, Vimercate
una mostra a cura di Simona Bartolena
in collaborazione con Aldo Consonni e Armando Fettolini
in mostra catalogo con testi di
Simona Bartolena
Flaminio Gualdoni
Luigi Erba
orari mostra:
venerdì, sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
e in occasione degli eventi in calendario
Inaugurazione domenica 27 ore 18,30
heart - spazio vivo
via manin 2, angolo via trezzo
vimercate, mb