Domenica 17 gennaio, alle ore 18.00 lo Spazio heart riapre con una nuova mostra, inserita nella terza edizione del progetto L'ossessione della normalità. Iniziato nel novembre del 2014, L'ossessione della normalità indaga la diversità (o presunta tale) e i suoi rapporti con la creazione artistica. Dopo la prima esposizione dedicata all'opera di de Pisis, Tancredi, Fraquelli e Zinelli e la seconda mostra su Gino Sandri, il progetto arriva alla sua terza sezione con la ricerca di Giovanni Sesia sul manicomio di Novara e con un importante calendario di eventi dedicati al tema, indagato nelle sue diverse facce.
17 gennaio - 14 febbraio 2016
L'ossessione della normalità 3: Giovanni Sesia
inaugurazione domenica 7 gennaio, ore 18.00
Gli eventi collaterali della mostra:
Con pura passione. Pasolini, i ragazzi, l’educazione
mercoledì 3 febbraio, ore 21.00
relatore: professor Raffaele Mantegazza
Uno sguardo pedagogico sul poeta friulano a partire dalla presenza dei ragazzi nelle sue opere e dalla sua sensibilità di adulto sgomento dall’ìpocrisia dei "grandi".
ingresso solo con tessera, euro 5,00 (libero per soci sostenitori)
UN FILM...PER RIFLETTERE E NON DIMENTICARE
giovedì 28 gennaio, ore 21.00
in collaborazione con Associazione Banlieue
Come di consueto, in questo periodo dell’anno, ospitiamo gli amici dell’associa- zione Banlieue di Osnago per una serata dedicata al tema dell’olocausto.Quest’anno si parlerà di "diversità" sessuale, con un film che rac- conta le persecuzioni verso gli omosessuali. Segue al film un dibattito sul tema. ingresso solo con tessera, euro 5,00
Ero buono per la chimica
delle vite in degne di essere vissute
mercoledì 10 febbraio, ore 21.00
concept Antonello Cassinotti - Renzo Francabandera voce Antonello Cassinotti
live painting Renzo Francabandera
un evento delleAli Teatro
Nel 1863 lo psicologo Francis Galton sviluppò una teoria che ebbe un forte impatto sul modello psichiatrico: l’eugenetica arrivando a definire "razze inferio- ri" alcuni gruppi di "etnia diversa" da quella individuata come perfetta. Le idee di Galton furono entusiasticamente abbracciate dallo psichiatra. Grazie al lento e inesorabile lavoro d’indottrinamento eseguito dagli psichiatri eugenetici le idee di purezza razziale e di "soppressione della vita indegna di essere vissuta" pote- rono proliferare ed essere accettate. A subirne le conseguenze, primi fra tutti, furono gli psichiatrici e i disabili, centina di migliaia di persone vennero steriliz- zate, internate e uccise.
Lello Cassinotti e Renzo Francabandera, per la prima volta insieme, propongo- no una costruzione visivo-sonora che intreccia lavoro su immagine, voce e corpo, per raccontare un momento buio dell’umanità, un momento che si colle- ga in modo disperante ad alcune occorrenze del nostro presente. In un dialogo vivo e concreto con il lavoro di Sesia e coinvolgendo gli spettatori, Cassinotti e Francabandera vorranno segnare il limite fra identità e rappresentazione, fra razza ed umanità, fra tollerabile e intollerabile, per superare ma non dimentica- re le scabrose occorrenze della Storia che hanno portato alle camere a gas.
ingresso solo cobn tessera, euro 5,00
Il tempo si ferma nelle opere di Giovanni Sesia: Ed è lui il vero protagonista: il tempo. Il tempo passato delle foto color seppia, il tempo assoluto della foglia oro, il tempo dell’oggi, attuale e contingente, del segno dell’artista, che graffia la superficie contemporanea dei suoi dipinti. Per un istante lungo un’eternità le lancette si fermano, bloccando lo scorrere della storia in uno sguardo, in un volto, in un elemento naturale, in un oggetto quotidiano. In bilico tra ricordo e apparizione, memoria e immaginazione, le immagini elaborate da Sesia rubano la nostra attenzione, ci inducono a riflettere, ad aprire le porte a un mondo altro, assai lontano eppure irrimediabilmente vicino; un’attitudine che appartiene a gran parte della produzione dell’artista ma che diventa tangibile, perfino emozionante, nella serie dedicata al manicomio di Novara. La personale tecnica di Sesia – che media la fotografia con la pittura e la parola, in un linguaggio che costituisce la vera e propria cifra stilistica dell’artista – trova in un soggetto tanto complesso e drammatico uno dei propri vertici espressivi. Il sapore della storia, intesa come memoria, e il gusto della reinterpretazione dell’immagine di cui sono impregnate tutte le sue opere, si coniuga qui con un motivo forte, capace di accendere riflessioni importanti e di aprire percorsi a tratti spaventosi ma senza dubbio necessari: il concetto di diversità. Il folle è il diverso. Il processo di alienazione e azzeramento dell’individualità a cui i reclusi in un manicomio erano sottoposti non è poi così dissimile da quello messo in atto nei campi di prigionia e di sterminio. Escludere la dimensione personale, negando l’unicità del singolo è il passo necessario per dirigersi verso la presunta perfezione della normalità. Uniformare, appiattire la realtà in un’unica dimensione, negare l’originalità. Il diverso fa paura. Il diverso induce al dubbio esistenziale. L’emarginazione del diverso è il principio base di una società che trincerandosi dietro alle proprie certezze spera di combattere i propri demoni.
Avevamo cominciato nel 2014 a riflettere su questo tema importante e ingombrante, lo avevamo fatto con una mostra dedicata a quattro grandi artisti che hanno vissuto un’esperienza in una struttura per malati psichici: de Pisis, Tancredi, Zinelli e Fraquelli. Avevamo scelto un titolo che ci pareva particolarmente calzante per esprimere il nostro punto di vista su tutte le diversità: L’ossessione della normalità. In quell’occasione avevamo parlato, con incontri, spettacoli teatrali, conferenze, dibattiti, del rapporto strettissimo e altrettanto complesso tra arte e follia. La follia di ieri e quella di oggi, che ha forse cambiato nome ma non ha cambiato volto negli occhi di chi continua a temere la diversità. Sulla scorta di quell’esperienza abbiamo dato un seguito al progetto nel 2015, con un’antologica – tra immagini e scritti – di Gino Sandri, in cerca di risposte nelle sue parole e nei suoi disegni di recluso. Ora arriviamo alla terza edizione di quello che per heart è ormai diventato un filone di riflessione importante, da affrontare da diversi punti di vista, senza precludersi alcuna prospettiva.
Questa meravigliosa serie di opere di Giovanni Sesia dà dunque un seguito degno a questo progetto ambizioso, che quest’anno si apre con maggior evidenza a tutte le facce della diversità, collegandosi alla memoria delle persecuzioni e dei pregiudizi che – ieri come oggi, nella dimensione monumentale della storia come nel nostro piccolo quotidiano – chi non è normale si trova ogni giorno a dover affrontare.
In queste opere di Sesia c’è tutto questo. Sono lavori che sanno conquistare lo sguardo, che non rinunciano all’estetica pur senza smarrire l’intensità del messaggio, che costringono con una dolce fermezza alla riflessione.
Per questo terzo passo de L’ossessione della normalità non potevamo sperare di meglio.
Simona Bartolena
(testo dal catalogo della mostra)
Giovanni Sesia ringrazia Fabbrica Eos per la collaborazione.